Che cos’è l’analisi junghiana?
Si tratta di un profondo processo di autoconoscenza basato sull’esplorazione dell’inconscio, secondo la teoria e il metodo sviluppati da Carl G. Jung (1875-1961), medico e psicologo svizzero, e il cui obiettivo è diventare la persona che si è. Il miglior esempio di come lavoro può essere rappresentato dalle parole di Michelangelo, che dopo una domanda posta al termine di una sua scultura disse: “Ho semplicemente tolto la pietra che la ricopriva”.
Perché ogni individuo è già in origine e le circostanze ambientali non faranno altro che modificare in meglio o in peggio la sua predisposizione genetico-archeologica. Quindi, nel processo analitico, ciò su cui si dovrà lavorare è il ritorno all’essenza, superando pesi, traumi, conflitti e tutto ciò che impedisce il pieno sviluppo della personalità e dei talenti.
La mia è una visione della psiche lontana dal cognitivismo e dal comportamentismo (non mi concentro sul sintomo o sul comportamento, non mi concentro sulle credenze ristrutturanti), così come dalla nuova tendenza sociale. Lo spiego sempre così: un cavallo, un ulivo, una formica o un leone possono essere solo quello, e l’unica cosa che l’ambiente (tutto ciò che ci circonda) può fare è renderlo uno splendido cavallo o un cavallo traballante, un ulivo che vive mille anni o muore in due, e così via in ogni caso.
Quindi il processo di individuazione dell’analisi junghiana consiste fondamentalmente nel diventare la versione migliore di se stessi.
E, partendo dalla premessa che gli esseri umani non sono uguali, e che sarebbe giusto che tutti avessero condizioni di partenza adeguate, possiamo considerare che l’idea dell’analisi è che l’analizzando sia in grado di integrare i suoi conflitti, di sviluppare aspetti latenti della sua natura e soprattutto di eliminare le paure e le insicurezze che gli impediscono di andare avanti nella vita.
L’analisi junghiana è terapeutica?
Sì, ma non si concentra sul sintomo, bensì sulle cause e sugli squilibri che lo generano, quindi è un processo più lento.
E una nota importante.
L’analisi junghiana è un metodo analitico che scandaglia gli aspetti più profondi della psiche e della storia personale dell’individuo, ma io ho una visione pragmatica e liberale (in senso anglosassone) della vita e, quindi, cerco di fare in modo che i cambiamenti, in conformità ovviamente con l’analizzando, si riflettano nella sua stessa esistenza.